VINO E OSSIGENO
Opinioni di una neofita
Una coppia di vecchia data quella tra vino e ossigeno. Louis Pasteur sosteneva che <l’ossigeno è il peggior nemico del vino ma è proprio l’ossigeno che rende “grande” un vino, è per la sua influenza che invecchia bene.> Dunque l’ossigeno per il vino è “un’arma a doppio taglio” però, se opportunamente gestito, porta a grandi risultati in termini di piacevolezza di beva e stabilizzazione del colore.
Ne consegue che anche i “non addetti ai lavori” riuscirebbero ad individuare la differenza tra un campione di vino micro-ossigenato e un campione tal quale (non micro-ossigenato), in quanto piccole dosi misurate di ossigeno conferiscono al vino una morbidezza maggiore, con risultati analoghi al passaggio in legno. Una prova? La sperimentazione condotta nel 2009 da Andrea Buzio, un giovane enologo titolare della Cantina Oreste Buzio dal 1860 a Vignale Monferrato.
Ero presente anch’io: due bicchieri davanti con apparentemente lo stesso vino: uno era Barbera del Monferrato DOCG 2008 tale quale (il testimone), l’altro Barbera del Monferrato DOCG 2008 ma micro-ossigenato per un mese (alla faccia del particolare!). Per i “San Tommaso” (me compresa) è stato sufficiente degustare alla cieca i due vini: il campione tal quale aveva le caratteristiche della Barbera ancora immatura, un po’ scorbutica, mentre l’altro…era più morbido, fresco, profumato, rotondo in bocca, insomma più bevibile (stando però attenti ai punti della patente!).
Perché allora diffidare sempre di ciò che è…come dire…palese? Perché rimanere legati alle pratiche tradizionali quando la tecnologia fa qualcosa di BUONO per il palato e magari, perché no, anche per il portafoglio?
Marinella Raimondo
Ufficio marketing Winer
Per approfondire l’argomento MICRO-OSSIGENAZIONE scarica la relazione integrale della sperimentazione fatta dall’Enologo Andrea Buzio compilando la form.